La famiglia Aubrey (Italian Edition) by Rebecca West

La famiglia Aubrey (Italian Edition) by Rebecca West

autore:Rebecca West [West, Rebecca]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Fazi Editore
pubblicato: 2018-07-04T22:00:00+00:00


Capitolo X

Il Natale quell’anno fu particolarmente splendido, anche se noi eravamo particolarmente poveri. Per qualche ragione che passò sotto silenzio Constance e Rosamund rimasero con noi per tutte le vacanze; e aiutarono la mamma a cucire i nostri vestiti, che furono i migliori che avessimo mai avuto; ed era un piacere vestire Rosamund. Il giorno di Natale Richard era ormai in buona salute, e papà aveva costruito per lui il palazzo delle Mille e una notte con fontane di vetro che campeggiavano in cortili coi loggiati, e cupole dipinte di colori strani, molto chiari, molto brillanti. Quando lo vedemmo restammo senza parole, e la mamma gli mise una mano sul braccio e disse: «Nessun altro padre avrebbe potuto fare questo per il suo bambino». Più volte, ricordo, venne a sedersi sul pavimento mentre ci stavamo giocando, e ogni tanto esclamava: «Come gli vengono in mente certe cose? Com’è che gli viene in testa l’idea?». Ben presto mi dimenticai dell’esistenza della signora Phillips e di zia Lily. Una mattina, però, ce ne andammo tutt’e quattro – Cordelia, Mary, Rosamund e io – dal miglior pasticciere di Lovegrove, per comprare qualche meringa per il compleanno di Richard Quin. Dal momento che la commessa ci disse che nel giro di un minuto sarebbe stata pronta un’infornata di meringhe rosa, aspettammo e ci mettemmo a osservare il negozio dietro di noi che si rifletteva nella parete a specchio dietro il bancone. Quella parte di locale, chiamata “La licenza del pasticciere”, aveva un ruolo di un certo rilievo in un quartiere di periferia come il nostro: era come una specie di antro del lusso, stipato di tavoli ai quali donne ben vestite, con cumuli di pacchetti impilati sulle sedie accanto a loro, chine l’una sull’altra, con i loro busti prosperosi che sovrastavano piatti di minuscoli tramezzini e bicchierini di sherry e di madera, si scambiavano pettegolezzi che salivano fino al basso soffitto e lì si fondevano diventando simili al cinguettio di uccelli in una voliera.

«Non è quella la zia che viene a scuola a prendere Nancy quando le sanguina il naso?», chiese Mary.

«Sì, e quella è la mamma di Nancy», disse Cordelia. «Sembra che vada davvero di fretta».

Le vidi nello specchio. Non stavano chiacchierando. Zia Lily aveva un gomito sul tavolo e il mento adagiato sulla mano, mentre l’altra rigirava tra le dita lo stelo di un bicchiere di vino, e faceva la civettuola con una persona immaginaria. La signora Phillips spingeva avanti e indietro sulla tovaglia un bicchiere vuoto, sgualcendo il lino. Quando alzai gli occhi su di lei, serrò le dita contro lo stelo del bicchiere e si appoggiò allo schienale della sedia, come se avesse preso una decisione irrevocabile. La sua carnagione scura faceva pensare a quella di persone ben più scure di lei, come gli spazzacamini e i minatori. Portava un cappello di castoro beige ancora più ampio di quella specie di enorme tentazione per il vento che indossava quando era venuta a casa nostra, con un uccello dal petto di



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